Capitan Jack Sparrow ha il cuore blue navy

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Andrea Zanetti, il Jack Sparrow italiano, nuovo idolo del popolo blue navy, ci concede un’intervista.

Da molto tempo i Seamen erano alla ricerca di un personaggio che fornisse un valore aggiunto, ovviamente in stile “Marinaio”, ai loro incontri casalinghi. Un personaggio da utilizzare fuori e dentro del campo, a metà tra l’uomo immagine e l’animatore. Dopo lunghe e accurate ricerche l’occasione è finalmente arrivata con la versione italiana, davvero impressionante la somiglianza con Johnny Depp, di Jack Sparrow, figura che incarna al meglio la tradizione artistica del pirata. Andrea Zanetti, questo il vero nome del protagonista, da tempo s’impegna con passione e competenza, anche i gesti sono studiati nei minimi particolari per riprodurre le caratteristiche di Sparrow, quale perfetto sosia del più celebre protagonista della saga dei Pirati dei Caraibi. Noi, che abbiamo avuto il piacere di conoscerlo, possiamo aggiungere che Andrea unisce simpatia, fascino e capacità interpretative che hanno rapito i tifosi e le tifose blue navy, rendendolo un elemento che speriamo diverrà una piacevole costante nelle partite dei Marinai. Per tale ragione è sembrato logico proporgli un’intervista che, prontamente, ci ha gentilmente concesso:

D. Ciao Andrea, volevo dire Jack! Dalla tua prima apparizione, avvenuta nella finale di EFL Cup, hai riscosso un enorme successo tra i tifosi blue navy, piccoli e grandi, oltre che tra il pubblico femminile. Al di là della notevole somiglianza con Johnny Depp, il tuo personaggio è davvero curatissimo in ogni dettaglio, sia nell’aspetto che per i gesti. Da quanto lo interpreti e quali esperienze hai avuto nei suoi panni?

R. Ciao Roberto, innanzitutto permettimi di ringraziarti infinitamente sia per le belle parole appena spese nei miei confronti, che per l’opportunità di farmi conoscere meglio; mi emoziona sempre come la prima volta essere intervistato e vedere che c’è chi, come hai fatto tu, s’interessa in maniera sincera alla mia storia nata quasi per gioco. La somiglianza con l’attore mi viene fatta notare da quando avevo all’incirca sedici anni, mentre il ruolo di Jack lo interpreto da poco più di un anno: ho “esordito” all’UCI Cinemas di Curno (Bg) in occasione dell’uscita dell’ultimo capitolo della saga e da quel giorno è iniziato il mio viaggio nei panni di Jack che mi ha portato, ad oggi, a contare una cinquantina di eventi in giro per la Lombardia. Principalmente si tratta di serate a tema nei locali e nelle discoteche, ma ho partecipato anche a concerti, notti bianche, shooting fotografici, concorsi di bellezza, inaugurazioni di ristoranti e negozi, senza dimenticare alcuni eventi benefici ai quali sono da sempre molto legato.

D. Pirati, Marinai, Milano, football. Può sembrare un guazzabuglio, ma tutto ha un senso. Fondata da Sergio Galeotti, braccio destro di Giorgio Armani negli anni ottanta, versiliese con la passione del mare, la squadra doveva per forza possedere un nickname in linea con tale tradizione. La scelta di “He’s a pirate”, quale colonna sonora per entrare in campo, ha fatto il resto per giungere al tuo personaggio. Cosa ne pensi della nostra organizzazione dopo il primo contatto con dirigenti e tifosi?

R. Ricordo il giorno in cui sono stato contattato da Stella Di Tunisi che non smetterò mai di ringraziare per avermi fatto entrare nella vostra meravigliosa famiglia. Mi ha inviato il video d’ingresso in campo della squadra nel quale si simula il movimento delle onde del mare sulle note della famosa canzone. Sei libero di non credermi, ma avevo la pelle d’oca ed ho accettato immediatamente con entusiasmo. Nel frattempo mi sono documentato a fondo sulla società e sulla sua storia, sia recente che passata e all’entusiasmo iniziale si è aggiunto l’orgoglio di essere stato scelto come vostro testimonial.

Jack Sparrow 2

D. Avevi mai visto una partita di football dal vivo? Che sensazioni hai vissuto? C’e’ un collegamento tra le giocate di questo sport e le scene dei Pirati dei Caraibi? Tanta azione e tanto divertimento. Cosa pensi del nostro sport, visto che ormai fai parte della famiglia?

R. La finale di EFL Cup è stata la mia prima partita dal vivo e, risultato a parte, davvero non avrei potuto desiderare di meglio, sia a livello di accoglienza che a livello di emozioni vissute, pure troppe visto che ho perso dieci anni di vita! Mi avete fatto sentire da subito parte della ciurma, anzi scusa, come dicevi giustamente tu, parte di questa straordinaria famiglia blue navy. Devo confessarti che sin da bambino sono sempre stato affascinato dal lato più spettacolare di questa disciplina alla quale mi sono avvicinato con curiosità attraverso i primi video games dell’epoca dedicati a miti assoluti come John Madden e Joe Montana. Oggi quei miti sono stati sostituiti nel mio cuore dai giocatori dei Seamen e i risultati raggiunti, soprattutto in questi ultimi anni, parlano per loro.

D. Jack Sparrow è sfrontato e, anche quando lo danno perdente, riesce sempre a vincere. La recente storia dei Seamen è proprio così. Prima di questa perfect season ci hanno definito diverse volte “underdogs”, sfavoriti, ma alla fin della licenza abbiamo più volte “toccato” gli avversari. Ti piacciono le sfide improbabili?

R. Adoro pormi degli obiettivi che possono sembrare impossibili e tentare in ogni modo di smentire me stesso prima degli altri, raggiungendoli. Fino a un anno fa, se qualcuno mi avesse detto che avrei fatto tutto quello che ho poi effettivamente fatto nei panni di Jack, gli avrei dato del matto, esattamente come ai più poteva apparire impronosticabile la prima perfect season nella storia dei Seamen.

D. C’e’ qualcosa che ti ha colpito maggiormente durante le nostre partite? Ti abbiamo visto attento e disponibile con tutti i tifosi. Sono loro il nostro grande patrimonio. Non trovi?

R. Hai colto perfettamente l’aspetto che più mi ha colpito dell’universo Seamen: il grandissimo senso di appartenenza che contraddistingue ogni singola persona facente parte di questa meravigliosa realtà, tifosi in primis. Allo stadio si percepiscono, da un lato l’atmosfera da grande evento tipica di questo sport e l’organizzazione certosina in ogni singolo aspetto da parte della società, dall’altro ci si conosce tutti e ci si vuole bene come se davvero si fosse parte di un’unica grande famiglia. Mi ha colpito molto anche vedere tutti, nessuno escluso, con magliette, gadgets e accessori della squadra, come se ci trovassimo in uno stadio statunitense.

D. Sarai a Parma, ma soprattutto ci farai il piacere di essere d’ora in poi presente agli appuntamenti dei Seamen? Ormai non sei più il capitano della Perla nera, ma piuttosto di quella blue navy!

R. Non solo sarò a Parma, ma sto preparando una sorpresa ad hoc per l’occasione. Come ho detto, sono orgoglioso di essere il capitano dei Seamen Milano e non potrei desiderare una ciurma migliore. Per questo mi auguro che questa mia avventura con voi prosegua anche in futuro, ma ora il mio cuore e la mia testa sono rivolti solo all’imminente Italian Bowl.

D. Ultima domanda, anzi definiamolo uno spazio libero. Se hai piacere d’inviare un messaggio che ti sta a cuore questo è il momento.

R. Ci tengo in ogni occasione a far passare un concetto che per me è davvero importante: quello che faccio nei panni di Jack/Johnny è solo un gioco, un divertimento che si è inaspettatamente trasformato in lavoro, ma dietro ai personaggi che interpreto c’è l’Andrea di sempre, quello che non si monta la testa e che ancora oggi s’imbarazza per un complimento. Perché, come dico sempre, “nella vita a prendersi troppo sul serio si finisce per risultare ridicoli”.

 

Grazie Andrea, scusa, capitan Jack Sparrow! Il comando della Perla blue navy è tuo!

Roberto Rizza
Ufficio Stampa Seamen Milano

foto Dario Fumagalli

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