Cisalfa Seamen vice campioni d’Europa

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Il trofeo conquistato ha “dimensioni fisiche” inferiori rispetto a quello ottenuto dagli avversari, ma l’orgoglio per quanto fatto in campo supera di gran lunga ogni riconoscimento. I Cisalfa Seamen escono sconfitti 40 a 37 dalla finale di Wroclaw, contro i Panthers padroni di casa, dati ampiamente favoriti dai pronostici, ma in forte affanno contro un avversario, quello blue navy, capace di lanciare il cuore quasi oltre l’ostacolo. Sorretti da una volontà granitica e da un gruppo d’italiani destinato a dare ancora grandi soddisfazioni ai suoi tifosi la Milano blue navy ha prima sofferto l’attacco scintillante dei polacchi, guidati da un quarter back di altra categoria come Steven White e poi messo insieme una rimonta da antologia non perfezionata solo per mancanza di secondi sul tabellone. I parziali parlano di un 7 pari a metà del primo quarto e di un pesante ritardo (27 a 10) all’half time prima che un terzo periodo letteralmente dominato dai milanesi porti Paolo Mutti e i suoi a contatto (34 a 31). A fare la differenza, nella frazione conclusiva, sono ancora White e i suoi ricevitori, qualche errore legato al nervosismo, in particolare un fallo che cancella un superbo ritorno di Gabriele Gangale e il cronometro che impedisce, dopo l’ennesima scampagnata in end zone di Filippo Fiammenghi, di confezionare il miracolo. La prima finale della storia dei Cisalfa Seamen si chiude qui, ma l’impressione è che già dal prossimo anno si possa costruire un nuovo successo italiano in un’ Europa che vede la crescita di nazioni fin qui rimaste nel sotto bosco della palla lunga un piede: Polonia e Turchia ne sono due esempi eclatanti. Anche per questo la prestazione dei Marinai deve essere considerata un fattore incentivante per tutto il movimento nostrano che, sull’esempio blue navy, deve ritrovare una dimensione vincente, perduta da troppo tempo.

Finale Champions League 2016
Wroclaw Panthers – Seamen Milano 40-37 (14-7 13-3 7-21 6-6)

Roberto Rizza
Ufficio Stampa Cisalfa Seamen Milano

Foto Dario Fumagalli

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