11 Marzo 2013
Updated: marzo 11, 2013
Terza intervista agli americani dei Seamen Milano, e questa volta tocca all’unico, dei tre, che non abbia avuto una precedente esperienza in Italia. È Shawn Abuhoff, 23 anni compiuti lo scorso 12 ottobre, cresciuto a Hialeah in Florida, e proveniente da una famiglia di sportivi a livello di college: suo padre era stato tennista a Delaware, il nonno giocatore di basket a Illinois e lo zio canottiere a Princeton. Shawn, anch’egli ottimo tennista, è invece andato a Dartmouth, college di grande tradizione accademica con sede ad Hanover, New Hampshire, uscendone nel 2011 con il record di yard di ritorno di punt e kickoff, per poi andare nella Canadian Football League con gli Hamilton Tiger Cats, lasciando a bocca asciutta la… squadra di rugby a 7 di Dartmouth che sperava di poterlo utilizzare per riconfermarsi campione nazionale. A causa di un infortunio Abuhoff non ha però potuto trovare spazio nella CFL, e nello scorso autunno ha accettato la chiamata dei Seamen.
Ciao Shawn, benvenuto. Come mai hai scelto l’Italia?
«Ero fermo da quattro mesi dopo l’infortunio subito nella Canadian Football League e non ero sicuro di poter tornare a giocare. La cosa mi irritava: se dovevo smettere con il football, volevo essere io a deciderlo, non un infortunio. Per cui quando è arrivata la proposta dei Seamen è stato facile accettare: mi interessava l’idea di vivere all’estero e tornare a giocare»
Che impressione ti hanno fatto i nuovi compagni di squadra?
«Sono tutti ottimi ragazzi e la liro passione è evidente nell’impegno e nell’amore che hanno per il football. È molto più semplice ambientarsi quando senti che tutti vogliono far parte della squadra senza secondi fini, per pura voglia di giocare».
Siamo tutti molto curiosi di sapere della tua esperienza di college a Dartmouth.
«Certo. A Dartmouth ho avuto l’onore di essere titolare per tutti e quattro gli anni contribuendo a dare una svolta a una squadra tradizionalmente perdente. È stata per me una grande soddisfazione veder crescere il numero di vittorie e arrivare ad un passo dal conquistare il titolo della Ivy league. In tanti hanno notato il nostro miglioramento ed io sono stato votato nella squadra ideale della conference, del distretto e a livello nazionale. Giocavo cornerback e ritornatore di punt e kickoff e devo ringraziare i miei coach per avermi preparato alla perfezione. E avere avuto successo a livello di squadra ha reso ancora più bella la mia carriera di college».
Che progetti hai per la stagione 2013?
«Quelli di vincere il campionato! Dovrebbero essere le aspettative di tutti noi Seamen, e penso che ci siano le basi giuste per farcela, se non avremo infortuni».
Sei un ottimo difensore e ritornatore, ma sai anche giocare in attacco o per noi resterà un sogno?
«Al liceo facevo il doppio ruolo [come tantissimi giocatori atleticamente dotati, ndr] e alcuni college mi avrebbero voluto per farmi giocare in attacco. Alla fine ho scelto Dartmouth che mi vedeva come difensore ma so di poter fare bene anche altro e non a caso ho fatto anche il ricevitore nei provini con squadre NFL. È per questo che sono contentissimo di poter giocare anche in attacco qui nei Seamen».
È normale prepararsi studiando le avversarie, tu ne hai notata qualcuna particolarmente forte?
«Sì, la preparazione è fondamentale, purtroppo però non si è ancora giocato e non ci sono filmati da vedere. A giudicare da quel che è successo lo scorso anno direi che le avversarie più difficili saranno Parma e Bolzano».
Lo scorso anno hai giocato in Canada, è stata una bella esperienza?
«Non del tutto, non ero a posto fisicamente e questo mi ha frenato molto».
Il football italiano è noto per il ‘playing for pizza’, ma di fatto come ti è sembrato finora questo giocare principalmente per passione?
«A volte può essere frustrante perché ci può essere chi non prende il football seriamente come vorrei, ma playing for pizza è esattamente quello che cercavo da questa esperienza. Voglio divertirmi a giocare a football invece di farne un’ossessione che mi impedisce di godermi questo sport. Non fraintendetemi, io sono qui per vincere, ma potrò finalmente divertirmi a giocarlo».
Chiudiamo con le tue aspettative sul piano personale. Da quel che hai visto finora, ti piacerebbe tornare in Italia?
«Sono più che fiducioso in una grande stagione e spero che il mio rendimento mi apra le porte a una conferma. Sto però anche vivendo alla giornata e guardandomi intorno sia per quel che riguarda l’autunno sia per l’anno prossimo per cui è difficile fare previsioni. Spero però di ricevere un’offerta».
Ufficio stampa Seamen Milano