La stagione IFL dei Seamen Milano è alle porte. Intervista a coach CJ Robertson e al presidente Marco Mutti.

Abbiamo intervistato coach CJ Roberston che in questa stagione guiderà i Seamen nella loro avventura in IFL. Perfettamente integrato nella nuova realtà italiana e meneghina l’allenatore californiano, che manifesta piena soddisfazione per il lavoro fin qui compiuto, ha risposto con la consueta disponibilità  a dieci quesiti sulla nuova stagione.

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1. CJ puoi tracciare una breve presentazione della tua carriera e raccontarci qualcosa sulle tue esperienze nel mondo del football ? 

“Mi chiamo CJ Robertson e vengo da Los Angeles, California. Ho allenato la squadra di football di Pomona College per sette anni. Ho maturato esperienza di giocatore al Liceo di Glendora, dove sono stato capitano della squadra. Vinta una borsa di studio, per giocare a football, ho intrapreso gli studi universitari giocando nei Running Rebels di Nevada e successivamente nei Terriers di Boston University. Dopo il college ho lavorato in televisione e nella produzione di film. Il football tuttavia ha costituito sempre la mia grande passione e la sua mancanza mi ha spinto a intraprendere la carriera d’allenatore”

2. Che cosa sapevi del football italiano prima di arrivare a Milano ?

“Sapevo che il football italiano esiste da molti anni ed è molto amato dai giocatori e dai loro fan”

3. Ha mai letto “Playing for pizza”, il romanzo di Grisham che descrive le vicissitudini di un quarterback professionista emigrato nel nostro campionato ?

Non ho mail letto “Playing for Pizza”. Ne sono venuto a conoscenza quando ho iniziato a dire alla gente che sarei venuto in Italia ad allenare i Seamen di Milano. Il nostro ricevitore americano Andrew Kell ha portato il libro da casa e me lo presterà. Lo leggerò senz’altro e con grande curiosità!

4. Quali sono state le prime impressioni sulla tua nuova società ?

La mia impressione sui Seamen di Milano è che sono grandi appassionati di football e vogliono vincere. Gli italiani amano la competizione e sono molto determinati nel voler diventare giocatori migliori.

5. Che idea ti sei fatto del livello tecnico della squadra ?

La qualità tecnica del team è buona e continuerà a migliorare nel tempo in ogni partita e in ogni allenamento. Abbiamo l’onore di avere ex giocatori e allenatori del calibro di Lou Buschi, Paolo Mutti, Massimo Coculo, Massimo Boschi, Giorgio De Maria, Massimo Ogadri, Neil Hamilton, Luigi Calegari, Andrea Giongo, Maurizio Vismara e tanti altri. Tutti gli allenatori sono molto bravi e hanno molta esperienza.

6. Cosa puoi raccontarci dei tre giocatori approdati alla corte dei Seamen che come te provengono d’oltreoceano ?

Kell and Anderwkavich hanno giocato insieme al college e sono entrambe ottimi atleti. Daranno un enorme contributo ai Seamen. Korte è un forte linebacker e ha giocato alcune partite di pre season per i Pittsburgh Steelers, dei quali è stato anche scelta. Tom sarà un importante pilastro della nostra difesa.

7. La cosa prima cosa che ti ha colpito del nostro football e quella che ti convince meno.

La prima cosa che mi è piaciuta è lo stadio Vigorelli e, per adesso, non c’è nulla che non mi piaccia.

8. Cosa sai della IFL. Ha visto qualche filmato ?

E’ da qualche anno che seguo la IFL perchè ho un amico che allena I Bolzano Giants. Sono bene informato e ho una buona conoscenza della materia.

9. Dalle impressioni maturate in questo primo periodo che idea ti sei fatto sull’organizzazione della nostra società ?

Credo che l’organizzazione abbia il potenziale per arrivare al successo. Il presidente dei Seamen Marco Mutti era un giocatore e capisce cosa serve per diventare campioni. Non mi piace fare previsioni ma non scommetterei contro di noi.

10. A questo punto devi sbilanciarti. Quali obbiettivi possono essere centrati in stagione ?

Spero che vinceremo molte partite. Il nostro primo obiettivo è quello di giocare e vincere contro i Warriors Bologna. Affrontiamo una partita alla volta. Spero che i milanesi vengano a sostenerci e a tifare per i nostri colori. Marco Mutti ha creato un team di ottimi giocatori e allenatori e noi ci impegniamo a fornire agli spettatori la qualità del football americano e un divertimento assicurato.


Esaurite le domande a CJ Robertson, che naturalmente avremo modo d’intervistare numerose volte nel corso della stagione, tocca al presidente Marco Mutti rispondere a qualche quesito sui suoi Seamen.


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1.  Presidente tra l'ultima volta dei Seamen in serie A1 e la nuova IFL passa quasi una generazione. Com'è cambiata la massima serie ?

Ho vissuto gli ultimi anni lontano dal football, condizione alla quale mi ero abituato, facendo finta che i 15 anni passati in questo ambiente fossero solo un piacevole, lontano ricordo. E’ bastata una cena tra amici per catapultarmi nuovamente su un campo. Devo essere sincero. Il football di oggi ha la fortuna d’avere alle spalle trent’anni d’esperienza e quindi allenatori formati. Il cambiamento maggiore è la capacità di comunicare e d’informarsi, d’ottenere filmati, d’avere facilità d’accesso a informazioni e, oggi che il doping è finalmente sotto controllo, non ci sono più giganti sformati dagli steroidi. Si vedono atleti che mettono in pratica gli insegnamenti e hanno una gran voglia di mettersi in gioco lavorando sulla tecnica e sulla velocità. Avere in campo tre giocatori made in “USA” da maggiore equilibrio alle partite


2.  Cosa ci puoi raccontare dell’organizzazione dei nuovi Seamen ? Tanti volti conosciuti, molti nuovi e tanto entusiasmo. Cosa conta di più ?

L’unione e il gruppo, in assoluto. Personalmente non ho mai amato le prime donne e questo è stato uno dei difetti dei Seamen della prima ora. L’umiltà e la passione che alimentano la gente che frequenta il campo d’allenamento rappresenta la forza stessa del nostro gruppo. Alessandro Vismara, Danilo Bonaparte, Gianluca Santagostino, ma gli stessi “americani” lavorano con umiltà e apprendono ad ogni allenamento mettendosi sempre in discussione. Il nostro motto “Mollare Mai” è alla base della nostra rinascita ed è costituente stessa del football. Si può vincere anche se sotto di 14 punti a un minuto dalla fine. Il football è così. La nostra organizzazione è semplice: anziché piramidale è piatta. Ognuno fa qualcosa e ad ognuno è assegnato un compito. Abbiamo preso il football come un passatempo, che ormai ha preso tutti, con un entusiasmo che mai ho visto in passato. La nostra sede riceve ogni giorno 6, 7 allenatori che si incontrano, preparano gli allenamenti, mettono a punto le strategie con un confronto continuo.


3. La tua impressione sulla squadra, su coach Robertson e sui nuovi americani.

Si stanno mettendo a punto i componenti del team, ma la squadra è ormai pronta. Abbiamo 170 atleti tesserati, ma solo 45 faranno parte del Team IFL. Coach Robertson è un’entusiasta della vita e del football, ha capito la nostra filosofia e ha immediatamente sfruttato le risorse a disposizione. E’ un grande motivatore e soprattutto un egregio organizzatore e stratega. Per quello che riguarda Erik, il nuovo QB, sono rimasto entusiasta della sua voglia di giocare e della visione già aperta sul nostro football. E’ un atleta vero. Passione e forza di volontà lo animano e ha un feeling eccezionale con il WR Andrew. Lo si vede nella vita e sul campo. Tom è davvero impressionante, velocissimo. Legge le azioni in un lampo e la difesa è costruita intorno a lui. Lo definirei il QB difensivo, serissimo si divide tra Vigorelli e palestra. In soli 15 giorni si sono tutti inseriti perfettamente nel gruppo, giovani, e innamorati del football.


4.      Obiettivi per la stagione.

Se dicessi che ci piacerebbe vincere il Superbowl mi prenderebbero tutti per matto! Per cui voglio che i ragazzi si divertano, che imparino e che mettano in campo le loro energie e la voglia di imparare. “Mollare Mai” fino all’ultima azione, sia se si perde 0 a 40, sia se si vince 40 a 0 . La dedizione e la meticolosità per i particolari devono aiutare i ragazzi a crescere a tutti i livelli. E’ importante sia nello sport che nella vita. Lo scorso anno ha giocato molto l’inesperienza e quest’anno abbiamo messo il motore a regime con l’obbiettivo di far divertire i ragazzi e la gente sugli spalti che spero sia numerosa.


5. I Seamen sembrano essere l’eldorado del football giovanile. Qual è il segreto per far breccia tra i giovani ?

Il segreto fino ad oggi è stato quello di lavorare attorno al nucleo d’atleti preparato da Maurizio Vismara e, partendo da quello, aver insistito sul gruppo facendo crescere i ragazzi che man mano si aggiungevano. La scuola Seamen si sta dimostrando capace e professionale. E’ stato anche il passaparola tra i ragazzi, che si sono trovati sempre bene, a pubblicizzare il progetto. Devo anche dire che i venti allenatori che frequentano il settore giovanile dei Seamen hanno messo a disposizione la loro esperienza e, non contenti, si adoperano per imparare a loro volta aggiornandosi e studiando. Tutto ciò è molto utile per i ragazzi per apprendere meglio. Risultare vincenti è quindi una questione di mentalità non trascurando mai i valori della vita, studio in primis. Chi non ha buoni voti non gioca! Cerchiamo inoltre di creare intorno ai ragazzi un ambiente che gli permetta di crescere con i valori più puri dello sport, il rispetto per l’avversario e per sè stessi.

6. Presidente un’ ultima domanda. Quali novità sono previste per la stagione ?

La prima è rappresentata dal supporto strutturato di Radio 105, il nostro prestigioso partner radiofonico. Abbiamo definito un palinsesto d’interventi e interviste e una consistente presenza della radio durante gli incontri con diffusione di gadgets per gli spettatori e sorprese durante le nostre partite casalinghe. Per vedere i Seamen bisognerà tuttavia pagare un biglietto, ma è nostra ferma volontà fare in modo che chi siederà sugli spalti del Vigorelli passerà una giornata divertente godendo d’uno spettacolo di sport e contorno come pochi se ne vedono a Milano. Speriamo che il pubblico inizi a interagire meglio con noi grazie anche allo speaker che spiegherà in maniera semplice le regole e le varie fasi del gioco. Per concludere disporremo di un team di cheerleader, come pochi in Italia. Le “Marinarettes” ci seguono fin dagli inizi è costituiscono uno spettacolo nello spettacolo

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